quinta-feira, 11 de julho de 2013

Poemas de Cristiane Grando traduzidos ao italiano por Vera Lúcia Grando

quanto silêncio é preciso

para fazer um poema?


o silêncio da solidão e das portas,

da imaginação, do mundo,
do vento, das águas e dos gatos

o silêncio do branco

muito barulho para nada

silêncio, silêncio, o silêncio
e algumas palavras


quanto silenzio c’è bisogno per fare un poema?

il silenzio della solitudine e delle porte,
dell’imaginazione, del mondo,
del vento, delle acque e dei gatti


il silenzio del bianco

molto rumore per niente

silenzio, silenzio, il silenzio
e alcune parole

In: “Caminantes”, di Cristiane Grando
Tradutrice: Vera Lúcia Grando


in memoriam          
 
vejo-te no céu, meu pai      
anjo de asas frágeis     
 
vejo-te no rio, meu pai      
água-vento que me banha num sonho mágico          
 
vejo-te em meu caminho, querido pai                  
condor que voa sobre o mundo
 
que olha tua criança sobre a neve                
fulgurante
 
in memoriam

ti vedo in cielo, padre mio
angelo con le ale fragili
 
ti vedo in fiume, padre mio
acqua-vento che mi bagna in un sogno magico
 
ti vedo in mezzo del cammino, caro papá
condore che vola sopra il mondo
 
che guarda tua bambina  sulla neve
fulgente
  
In: “Caminantes”, di Cristiane Grando
Tradutrice: Vera Lúcia Grando



Cristiane Grando

fluxus

Tradutrice: Vera Lúcia Grando


pensi
che sono fatta
da carne, ossame, sangue?

no

sono il vento, la pioggia, il fuoco, il nulla
dalle volte
è buono sentire la fame
per solo dopo morire
di nostalgia



il mio ultimo poema:

insopportabile la perfezione del godere
sangue

vedo solo il sangue

e la pioggia




a che serve l’introspezione?
a che serve vedere l’oscuro?



mi ama, ma non mi guarda
fino in fondo
cogli occhi torvi




mancano le mani

siccome in mondo
ormai non ci fossero
ne un padre
ne un dio






scrivere può essere un atto d’amore
ma anche un suicidio
delle parole


qualcuno canta al di lá
qualcuno canta nei miei uditi sordi




nausea
io che sembro morta
della vita e del silenzio



scrivo per essere
perchè ci sto
e ancora corre
il rosso della vita




scrivo in flusso dinamico di stelle
nella camera ormai oscura
per non vedere le lettere
guardare solo per guardare

la perfezione



é infernale Il caldo del corpo a sudare sotto i vestiti




io so l’angoscia di Virginia Woolf
e degli ormoni di Donna
che esplodono simili ai vulcani.




ho paura dei terremoti
sono figlia dei movimenti che abitano da sempre
nel mio paesaggio




ho giammai scritto tanto a un solo tempo
forse sono sistemata per il mensaggio in cifra
domani capirò le frustazioni d’oggi
simili a tu, Carlos,
capisci
solo nel momento
tue parole e figli del passato



che carezza, leggerezza e peso
portano le parole e i figli
i quali verrano
un giorno



poeta-scultore-di-silenzi e pietre
che dolce e amaro
sopportano I fonemi ed I versi

la morte e il suo doppio vengono
le seduzioni ed i misteri
maremortemare
la morte viene
la morte che abita in me
la morte ed i suoi echi








vorrei tanto essere uomo
e forse così
potessi essere di meno
morte

abbandono è il mio nome
il mio essere gestito dal tempo



le cicatrici in faccia
molte di più delle rughe

le cicatrici nel viso
in cui il mondo batte
e sbatte e sbatte
uguali il vento alle finestre
di una casa abbandonata

scrivo
siccome un solo grido
nella notte

scrivo, scrivo e scrivo
energia oscura del moltiversi

pluriverseggiasi la notte
e fa notte ancora di piú


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